L’introduzione del Decreto-Legge 31 maggio 2024, n. 71 e del suo successivo decreto attuativo, il Decreto Interministeriale 24 aprile 2025, n. 77, ha segnato una novità per migliaia di docenti che hanno conseguito la specializzazione per le attività di sostegno all’estero.

La presente rubrica, curata dagli avvocati Aldo Esposito e Ciro Santonicola, si propone di analizzare la questione per supportare una decisione consapevole che avrà riflessi significativi sulla carriera professionale e sulla stabilità economica del docente.

Quesito/Consulenza Informativa

Gentili Avvocati,

Sono un docente che ha conseguito la specializzazione sul sostegno in Romania, completando un percorso formativo di oltre 1500 ore, equivalente a più di 60 CFU. Ho presentato regolare istanza di riconoscimento al Ministero dell’Istruzione e del Merito oltre 18 mesi fa. Di fronte al persistente silenzio dell’Amministrazione, ben oltre i termini di legge previsti per la conclusione del procedimento, ho conferito mandato per avviare un ricorso al TAR del Lazio contro il silenzio-inadempimento.

Ora, con la pubblicazione del D.L. 71/2024 e del conseguente avviso ministeriale che istituisce percorsi speciali per noi “abilitati estero”, mi trovo di fronte a una scelta difficile:

  • Alla luce dei costi che ho già sostenuto per il titolo e per avviare il ricorso, e considerando il principio del mutuo riconoscimento europeo per il quale mi sto battendo, mi domando se convenga davvero rinunciare a tutto per iscrivermi a questi nuovi corsi INDIRE/Università.

Se la mia scelta ricadesse sull’adesione ai nuovi percorsi, come dovrei procedere esattamente per comunicare la rinuncia della mia istanza di riconoscimento al Ministero?

Una volta inviata la rinuncia al Ministero, quale sarebbe il passo successivo per quanto riguarda il ricorso pendente al TAR?

Risposta dei legali Aldo Esposito e Ciro Santonicola

Gentile docente, la decisione rimane personale, condizionata dalla situazione economica individuale, dalla tolleranza al rischio e dagli obiettivi professionali.

La soluzione individuata dal Decreto-Legge 71/2024 (e dal successivo Decreto Interministeriale 77/2025) configura quella che molti osservatori hanno definito un percorso alternativo che trasferisce l’onere economico della risoluzione del problema amministrativo dallo Stato ai singoli docenti, subordinato però alla rinuncia irrevocabile a ogni istanza di riconoscimento e contenzioso pendente.

Il quesito posto dal docente con specializzazione romena – istanza presentata 18 mesi fa e ricorso al TAR contro il silenzio ministeriale – rappresenta la situazione emblematica di migliaia di colleghi.

La scelta da compiere non è meramente tecnica, ma strategica e definitiva.

Il mantenimento del ricorso al TAR si fonderebbe sui seguenti profili giuridici:

a) il principio del mutuo riconoscimento europeo rimane un pilastro consolidato del diritto comunitario;

b) il riconoscimento del titolo estero mantiene inoltre la sua validità a livello europeo, preservando un valore accademico superiore.

Tuttavia, l’incertezza dell’esito finale rappresenta il principale elemento di criticità. Anche una sentenza favorevole potrebbe comportare un semplice obbligo di riesame per il Ministero, che potrebbe successivamente disporre misure compensative o rigettare nuovamente l’istanza con motivazioni più articolate.

L’adesione ai percorsi speciali offre certezze temporali. La durata minima di quattro mesi, con conclusione entro il 31 dicembre 2025, rappresenterebbe una soluzione definitiva.

Elemento non trascurabile è rappresentato dalla clausola di salvaguardia introdotta dall’articolo 7, comma 2-bis del D.L. 71/2024. La disposizione garantisce che la rinuncia non impatti sulla posizione in GPS né sulla possibilità di ottenere supplenze per l’anno scolastico 2025/26. Il legislatore ha dunque costruito un “ponte” per incentivare l’abbandono del contenzioso, rendendo l’alternativa non solo praticabile ma soprattutto sicura.

Il compromesso principale risiede nel valore del titolo conseguito: il diploma INDIRE ha validità limitata al territorio nazionale, diversamente dal riconoscimento del titolo estero che mantiene la sua spendibilità europea.

Gli Aspetti Pratici della Rinuncia

La finestra temporale per la rinuncia è perentoria: dal 5 giugno al 25 giugno 2025.

La modalità di invio dipende dal canale utilizzato per l’istanza originaria. Chi ha presentato domanda tramite piattaforma SIDI deve utilizzare la stessa piattaforma per la rinuncia, seguendo la procedura telematica guidata.

Chi ha presentato istanza cartacea deve comunicare esclusivamente via PEC all’indirizzo dedicato: rinuncia.sostegnoestero@postacert.istruzione.it.

La dichiarazione di rinuncia deve essere inequivocabile e contenere tutti gli elementi identificativi necessari. Per le comunicazioni PEC, l’oggetto deve risultare chiaro e il testo deve includere dati anagrafici completi, codice fiscale, riferimenti dell’istanza originaria e dichiarazione esplicita di rinuncia irrevocabile ai fini della partecipazione ai percorsi ex articolo 7 del D.L. 71/2024.

E’ necessario conservare la prova dell’avvenuta rinuncia – ricevuta PEC o screenshot SIDI – che sarà indispensabile per la successiva gestione del contenzioso.

Gestione del Ricorso Pendente

La rinuncia amministrativa è l’atto che permette la chiusura del contenzioso. Il ruolo del docente si limiterà alla trasmissione allo Studio della prova della rinuncia inviata al Ministero.

Lo Studio legale provvederà, in un secondo momento, alla redazione dell’atto di rinuncia agli atti del giudizio e al deposito telematico presso il TAR del Lazio, allegando la documentazione probatoria laddove il giudizio risulterà “ancora pendente”.

Assistenza Legale Specializzata

Lo Studio Legale Esposito Santonicola fornisce supporto completo per ogni fase del processo decisionale e operativo: dalla valutazione personalizzata al supporto per la corretta presentazione della rinuncia, fino alla gestione della chiusura del giudizio presso il TAR.

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