Quesito/consulenza informativa.
Gentili Avvocati Esposito e Santonicola,
In qualità di genitori di un’alunna della scuola secondaria di primo grado, vorremmo sapere in che modo contestare giudizialmente la decisione, espressa dal Consiglio di classe, di non ammettere nostra figlia alla classe successiva.
Quali presupposti consentirebbero la costruzione di un ricorso “potenzialmente vincente” finalizzato all’annullamento del provvedimento di non ammissione alla classe successiva?
STUDIO LEGALE ESPOSITO SANTONICOLA
Gentili genitori,
Alla luce della questione presentata, è necessario compiere una precisa disamina della normativa vigente e della giurisprudenza pertinente.
L’articolo 6 del decreto legislativo n. 62/2017 disciplina la materia della non ammissione alla classe successiva o all’esame conclusivo del primo ciclo di istruzione nella scuola secondaria di primo grado. In particolare, il comma primo stabilisce che gli alunni sono generalmente ammessi, fatti salvi alcuni casi eccezionali, quali gravi sanzioni disciplinari o mancato raggiungimento dei livelli di apprendimento in una o più materie. Quest’ultimo caso non determina automaticamente la non ammissione, ma richiede che il consiglio di classe la deliberi con adeguata motivazione, come stabilito dal comma 2.
La giurisprudenza del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 5917 del 2019, ha ulteriormente chiarito il quadro. È stato sottolineato che la non ammissione deve essere interpretata come un’eccezione. Anche in presenza di insufficiente acquisizione dei livelli di apprendimento, la non ammissione “può” essere deliberata, ma non è una conseguenza obbligata. Ciò pone in rilievo l’importanza di una “adeguata motivazione” da parte del consiglio di classe e l’attivazione, come disposto dal terzo comma dell’articolo 6, di strategie mirate al miglioramento dei livelli di apprendimento.
A tal proposito, risulterebbe incongruente la posizione assunta, eventualmente, dal Consiglio di Classe nell’affermare che la valutazione non debba necessariamente tenere conto di un periodo complessivo di riferimento. La normativa, infatti, suggerisce un esame più ampio, poiché l’attivazione di azioni di recupero implica un’analisi non circoscritta solamente all’anno in questione. Questo è ribadito anche dalla circolare ministeriale n. 1865 del 2017, che conferma come la non ammissione rappresenti un’eccezione e sottolinea la necessità di un “esame predittivo e ragionato delle possibilità di recupero in un più ampio periodo scolastico“.
In sintesi, la decisione del consiglio di classe dovrebbe sempre derivare da una valutazione completa, considerando l’intera carriera scolastica dell’alunno e non limitandosi a un singolo periodo o anno.
L’obiettivo primario dovrebbe essere quello di favorire il recupero dell’alunno e garantirgli la migliore opportunità educativa possibile.
Per meglio esporre i termini della questione, è possibile prendere in esame un caso particolare, illustrato dal Consiglio di Stato, che potrebbe rappresentare un esempio illuminante.
In un verbale relativo allo scrutinio finale di un’alunna, emergono diverse insufficienze in molteplici materie. Viene inoltre rilevato che, a causa di numerose assenze, l’alunna non ha potuto recuperare adeguatamente le lacune nel suo percorso di apprendimento, nonostante la scuola avesse organizzato specifici corsi di recupero e avesse continuamente informato i genitori sulla situazione, arrivando anche a coinvolgere i servizi sociali.
Pur in presenza di queste circostanze, risulta decisiva la mancanza, nel verbale relativo allo scrutinio finale, di un esame complessivo dell’andamento scolastico dell’alunna. Tale valutazione non dovrebbe limitarsi all’anno scolastico o al trimestre in questione, ma dovrebbe comprendere anche i periodi precedenti. Ad esempio, i risultati ottenuti nei periodi immediatamente precedenti all’anno “critico” possono fornire importanti indicazioni sull’effettiva capacità e potenzialità dell’alunno. Questi elementi avrebbero potuto indurre il consiglio di classe a compiere un’analisi di carattere globale, valutando se effettivamente la decisione di non ammissione fosse la soluzione più appropriata.
Ciò appare ancora più pertinente se consideriamo la circolare ministeriale precedentemente citata, la quale evidenzia come la non ammissione dovrebbe rappresentare un’eccezione e non la norma.
Concludendo la nostra analisi, è essenziale sottolineare su quali documenti concentrare la disamina, al fine di predisporre adeguatamente un ricorso inteso a impugnare gli esiti di uno scrutinio finale:
- Verbale del Consiglio di Classe dello Scrutinio Finale: È il documento ufficiale che riporta le decisioni prese dal consiglio di classe riguardo alla promozione o meno degli alunni/studenti. Esso dettaglia le motivazioni delle decisioni, le insufficienze, le eventuali strategie di recupero e altri aspetti pertinenti alla valutazione finale dell’alunno.
- Regolamento Interno della Scuola: Questo documento, spesso parte del POF (Piano dell’Offerta Formativa), stabilisce le modalità con cui gli alunni vengono valutati e le condizioni per la loro promozione.
- Documentazione delle Valutazioni Intermedie: Ciò comprende tutti i verbali degli scrutini intermedi, come quelli dei primi e secondi quadrimestri, in quanto possono fornire un quadro completo dell’andamento scolastico dell’alunno nel corso dell’anno.
- Documenti relativi ai Corsi di Recupero (atti di organizzazione, relativi all’adozione degli interventi didattici finalizzati al recupero delle discipline durante l’anno scolastico), allorché effettuati: Se l’alunno ha frequentato corsi di recupero, è importante raccogliere attestazioni, certificati e altri materiali che mostrino la sua partecipazione e i risultati ottenuti.
- Comunicazioni tra Scuola e Genitori: Tutte le comunicazioni, sia formali che informali (come ad esempio e-mail, lettere, note sul diario scolastico), che riguardano l’andamento scolastico dell’alunno, le eventuali preoccupazioni espresse dagli insegnanti o dalla direzione, e le strategie di supporto proposte.
- Circolari e Direttive Ministeriali: Sono documenti di rilievo, poiché stabiliscono le linee guida nazionali riguardanti la valutazione degli alunni e i criteri per la loro promozione.
- Verbale del Collegio Docenti, con cui sono stati determinati i criteri per l’ammissione alle classi seconda e terza della scuola secondaria di primo grado.
- Altri Documenti di Supporto: Questi potrebbero includere attestazioni di professionisti esterni (come psicologi, pedagogisti, ecc.), eventuali certificati medici o altri documenti che possano fornire dettagli o chiarimenti sulla situazione dell’alunno.
Per ulteriori approfondimenti in merito alle “tutele legali per l’impugnazione dello scrutinio finale (Come Contestare una Bocciatura?)” e per la difesa del Percorso Scolastico degli alunni/studenti, è possibile comunicare con i legali Esposito Santonicola attraverso WhatsApp, scritto o audio, al numero 3661828489.
Ad ogni modo, si consiglia di anticipare l’illustrazione del caso a mezzo email all’indirizzo segreteriasantonicola@scuolalex.com.