A cura dello Studio Legale Esposito Santonicola

Nell’ambito del concorso pubblico per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente, indetto con Decreto Ministeriale n. 205/2023, emerge una vicenda sottoposta all’attenzione degli avvocati Aldo Esposito e Ciro Santonicola. Gli aspetti oggetto di contenzioso sono i seguenti:

a) Il presunto superamento del limite legale del 50% delle riserve di posti, come stabilito dall’art. 5 del D.P.R. n. 487/1994;

b) La mancata valutazione di un titolo abilitante riconosciuto giudizialmente, che avrebbe comportato un incremento del punteggio del ricorrente di ulteriori 12,50 punti.

LE QUESTIONI GIURIDICHE

1. Superamento del Limite delle Riserve

Ai sensi dell’art. 5 del D.P.R. n. 487/1994, nei concorsi pubblici le riserve di posti non possono eccedere il 50% dei posti messi a bando. Questa disposizione è stata confermata anche dalle modifiche normative successive, come quelle introdotte dal D.P.R. n. 82/2023. Nel caso in esame:

  • Secondo l’Ufficio Scolastico Regionale (USR), la graduatoria è stata elaborata attraverso una piattaforma informatizzata che avrebbe garantito automaticamente la corretta applicazione delle riserve.
  • Dall’altro lato, il docente ricorrente, non dichiarato vincitore, sostiene che i dati della graduatoria concorsuale – rettificata più volte – evidenzino un’applicazione delle riserve pari al 56,75%, superando il limite legale. Le successive rettifiche avrebbero, inoltre, confermato gli errori nella gestione delle riserve e nella determinazione dei punteggi.

2. Mancata Valutazione dell’Abilitazione Giudiziaria

Riguardo alla gestione dell’abilitazione riconosciuta giudizialmente, il sistema informatizzato non avrebbe previsto l’attribuzione di 12,50 punti aggiuntivi per un titolo equipollente, riconosciuto come abilitante da specifiche pronunce giudiziarie. In particolare, alcune sentenze hanno equiparato tale titolo a quelli espressamente previsti (ad esempio, TFA, PAS, SSIS); si veda l’esposizione della seguente pronuncia: https://scuolalex.it/la-risonanza-delliperuranio-nuova-sentenza-che-trasforma-lesperienza-in-abilitazione/

L’intervento del Giudice Amministrativo

Sarà compito del Giudice amministrativo verificare i dati forniti dalle parti, per accertare se il numero complessivo di posti riservati abbia superato il limite del 50% e se l’attribuzione dei punteggi sia stata corretta. L’analisi comprenderà:

  • La valutazione del rispetto dei criteri normativi da parte della piattaforma informatizzata e l’eventuale rilevazione di errori sistemici.
  • La richiesta di chiarimenti tecnici sul funzionamento del sistema, con particolare attenzione agli indicatori di riserva e alla loro applicazione.
  • La verifica dell’impatto della mancata attribuzione dei 12,50 punti, derivanti dall’abilitazione giudiziaria, sul posizionamento in graduatoria.
  • L’esame degli atti di reclamo eventualmente presentati dal ricorrente.

Il giudice, quindi, dovrà stabilire se gli errori contestati abbiano compromesso i diritti del ricorrente rispetto agli altri candidati in graduatoria, attraverso:

  1. Una verifica tecnica sui dati relativi alle riserve e alla loro applicazione.
  2. Un’analisi approfondita del sistema informatizzato.
  3. La valutazione delle conseguenze della mancata attribuzione dei punteggi per i titoli abilitanti.

Informazioni sul Ricorso

Per richiedere ulteriori informazioni sul “ricorso per il ricalcolo della posizione nella graduatoria concorsuale PNRR, dovuto alla mancata attribuzione del punteggio per l’abilitazione giudiziaria e ad eventuali errori nella gestione delle riserve”, è possibile inviare un messaggio scritto o audio tramite WhatsApp agli avvocati Aldo Esposito e Ciro Santonicola al numero 366 18 28 489.

Panoramica privacy

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per altre finalità come specificato nella privacy policy.