Quesito/Consulenza Informativa

In riferimento alla bozza di decreto fornita riguardante l’inserimento negli elenchi aggiuntivi delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) e delle Graduatorie di Istituto (GI) per il biennio 2024/25-2025/26, e considerando le pronunce giurisprudenziali che hanno dichiarato illegittima la collocazione “in coda” negli elenchi aggiuntivi, desidero richiedere una consulenza legale su come ottenere una collocazione “a pettine” nella relativa graduatoria. L’obiettivo è garantire il rispetto del mio punteggio meritocratico e assicurare la possibilità di assunzione in ruolo.

L’intervento della scorsa settimana sulla rubrica di Scuolalex ha illustrato una strategia di contenzioso per l’inserimento “a pettine” negli elenchi aggiuntivi GPS 2025.

Tenendo conto di tali indicazioni, chiedo come integrare efficacemente le disposizioni della bozza di decreto con le strategie legali suggerite per assicurare un approccio coerente e mirato alla tutela del diritto al merito.

Le domando in particolare:

1) Come si giustifica la bozza di decreto alla luce della recente sentenza della Corte d’Appello di Perugia e di altre pronunce che tutelano il principio di merito, in particolare riguardo all’inserimento “a pettine”?

2) È possibile richiedere risarcimenti per eventuali danni derivanti dalla collocazione subordinata e come può essere tutelato il diritto al riconoscimento del punteggio acquisito nelle nuove graduatorie?

3) Quali sono i passaggi amministrativi e legali da seguire durante la finestra di inserimento prevista dal decreto (14-29 aprile 2025) per massimizzare le possibilità di inserimento “a pettine”?

Avv.ti Esposito Santonicola

Gentile Docente,

Lo Studio Legale Esposito/Santonicola ha esaminato con attenzione la bozza di decreto relativa all’inserimento negli elenchi aggiuntivi delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) e delle Graduatorie di Istituto (GI) per il biennio 2024/25–2025/26, nonché la giurisprudenza che ha escluso la legittimità della collocazione “in coda” negli elenchi aggiuntivi (da ultimo, Corte d’Appello di Perugia del 2025).

Di seguito, forniamo un parere dettagliato.

La bozza di decreto, ponendosi l’obiettivo di regolare l’accesso agli elenchi aggiuntivi (Articoli 1 e 2), prevede una suddivisione tra docenti già inseriti in GPS di seconda fascia e docenti non inseriti in alcuna GPS, facendo confluire tutti i nuovi abilitati o specializzati in un apposito elenco “aggiuntivo” alla prima fascia.

Tale meccanismo, sebbene finalizzato a disciplinare le precedenze nelle supplenze, non sembra menzionare il principio del “punteggio” quale unico criterio di collocazione. Le recenti pronunce giurisprudenziali, in particolare la sentenza della Corte d’Appello di Perugia, evidenziano che ogni provvedimento amministrativo suscettibile di incidere sulla posizione lavorativa dei docenti deve assicurare la piena valorizzazione del merito, evitando meccanismi di “coda” o di subordinazione che non tengano conto del punteggio effettivamente conseguito.

In tal senso:

  • L’inserimento “in coda” risulta potenzialmente in contrasto con alcune decisioni di merito, che ribadiscono la centralità della posizione “a pettine”, cioè determinata unicamente dal punteggio.
  • La bozza di decreto, nel non riformulare detta collocazione, potrebbe essere oggetto di impugnazione se non verranno introdotte disposizioni che garantiscano, anche per i nuovi iscritti, il rispetto di un criterio meritocratico.

Le azioni risarcitorie in materia di graduatorie pubbliche si fondano, in linea generale, sul principio secondo cui l’illegittima esclusione (o dequalificazione) da una graduatoria può dar luogo a un danno ingiusto. In tema di pubblico impiego – e, per analogia, nelle graduatorie scolastiche – la giurisprudenza di legittimità e di merito ha riconosciuto la possibilità di ottenere il risarcimento del danno nei casi in cui il docente venga collocato erroneamente in una posizione subordinata e subisca un pregiudizio concreto, come la mancata assunzione, la perdita di punteggio utile o il ritardo nell’ingresso in ruolo.

Il danno risarcibile può comprendere:

  • Eventuali retribuzioni non percepite, se si prova che, in mancanza del posizionamento “in coda”, si sarebbe conseguito un incarico a tempo determinato o indeterminato.
  • Il cosiddetto “danno da perdita di chance”, ove si dimostri che la collocazione subordinata abbia impedito di concorrere a pari condizioni con i docenti inseriti a pettine e di migliorare la propria posizione lavorativa.
  • In alcune circostanze, la possibilità di riconoscimento di una retrodatazione giuridica ai fini dell’anzianità di servizio.

Per concretizzare tali rivendicazioni risarcitorie, è essenziale:

1. Dimostrare la sussistenza di un diritto leso (cfr. punteggio più alto rispetto a docenti collocati in posizioni migliori).

2. Provare il nesso di causalità fra l’inserimento “in coda” e il pregiudizio effettivamente patito.

3. Evidenziare come il decreto, nel riproporre la clausola dell’elenco “aggiuntivo”, non assicuri la collocazione “a pettine” e il rispetto del punteggio maturato, soprattutto se l’Amministrazione non dovesse adeguarsi alle indicazioni giurisprudenziali della Corte d’Appello di Perugia.

Sulla base di quanto stabilito dalla bozza di decreto (Articolo 3) e delle indicazioni emerse, i passaggi amministrativi da seguire per chi aspira all’inserimento negli elenchi aggiuntivi, al fine di salvaguardare il diritto al merito, sono i seguenti:

  • Compilare correttamente le sezioni relative ai titoli di abilitazione/conseguimento della specializzazione (entro il 30 giugno 2025).
  • Indicare la volontà di essere inseriti nell’elenco aggiuntivo corrispondente alla “prima fascia” per il proprio insegnamento (posto comune o sostegno).

Diffida e Richiesta di Collocazione “a Pettine”

All’atto di presentazione della domanda, in previsione del posizionamento negli elenchi aggiuntivi, è consigliabile:

  • Inviare, anche tramite PEC, una formale diffida all’Amministrazione scolastica (Ufficio Scolastico/A.T.P. di competenza) in cui si rivendica espressamente il diritto all’inserimento secondo il punteggio maturato, in linea con la giurisprudenza (Corte d’Appello di Perugia).
  • Evidenziare come l’eventuale meccanismo di collocazione “in coda” possa configurare un’ipotesi di illegittimità, già sanzionata in precedenti sentenze, e costituire fonte di danno risarcibile.

Qualora l’Amministrazione non accolga la richiesta di inserimento “a pettine”, si potrà procedere con un mirato ricorso al Giudice del Lavoro. In tale sede, si potrà richiedere:

  • L’immediata rettifica della propria posizione nelle graduatorie (inclusa la graduatoria di sostegno, se pertinente).
  • Il risarcimento del danno da perdita di chance, ove si dimostri la concreta occasione di assunzione sfumata a causa della collocazione “in coda”.

Per chi desiderasse saperne di più e rivendicare concretamente i propri diritti di inserimento “a pettine” in prima fascia GPS sostegno/posto comune, inclusa la prospettiva di immissione in ruolo, siamo a vostra disposizione: potete inviarci un messaggio (testo o audio) su WhatsApp al numero 366 18 28 489. Risponderemo con tutte le informazioni necessarie e l’attenzione che meritate.

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