Quesito/Consulenza Informativa

Gentile Avvocato, insegno da diversi anni nella scuola pubblica, ma ho maturato in passato un lungo servizio presso istituti paritari. Recentemente ho saputo della pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, attesa nei prossimi giorni, che potrebbe legittimare la domanda di riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie ai fini della ricostruzione della carriera e degli scatti stipendiali.

Potrebbe chiarirmi le possibili implicazioni di questa sentenza e come potrei eventualmente tutelarmi?

Studio Legale Esposito Santonicola:

Gentile docente,

La questione oggetto della pronuncia della Corte di Giustizia UE si radica in un’incongruenza dell’ordinamento italiano derivante dalla mancata armonizzazione normativa, a seguito della legge sulla parità scolastica.

Il D.Lgs. 297/1994 (Testo Unico Scuola), all’art. 485, prevedeva il riconoscimento dell’anzianità di servizio maturata nelle scuole “pareggiate”, una categoria poi superata con l’introduzione delle “scuole paritarie” mediante la Legge 62/2000.

Questo disallineamento ha creato un vuoto normativo: l’amministrazione scolastica ha continuato a non riconoscere, ai fini della carriera, il servizio prestato nelle scuole paritarie dopo il 2000, nonostante queste fossero formalmente incluse nel sistema nazionale d’istruzione.

Tale prassi applicativa è stata sottoposta al vaglio della Corte di Giustizia dell’UE in relazione al principio di non discriminazione sancito dagli articoli 20 e 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, che vieta qualsiasi forma di discriminazione, inclusa quella basata su condizioni lavorative comparabili.

Qualora la Corte di Giustizia si pronunciasse nel senso dell’incompatibilità della normativa italiana con il diritto dell’Unione, in base al principio di supremazia del diritto UE, le norme nazionali contrastanti dovrebbero essere disapplicate dai giudici interni, assicurando ai docenti interessati gli stessi benefici riconosciuti per il servizio prestato nelle scuole statali, con le seguenti conseguenze:

  • Ricalcolo dell’anzianità giuridica ed economica: i docenti di ruolo che prima dell’immissione in ruolo abbiano lavorato presso scuole paritarie vanterebbero il diritto al riconoscimento integrale degli anni di servizio pregressi nella ricostruzione di carriera. L’anzianità maturata in scuole paritarie andrebbe dunque sommata all’anzianità statale, potendosi domandare la rettifica della fascia stipendiale “sin dall’anno di ruolo”.
  • Attribuzione degli scatti stipendiali: Nel sistema scolastico italiano, i docenti avanzano per fasce retributive man mano che maturano anni di servizio (es. 0-8 anni, 9-14 anni, ecc.). Se gli anni di insegnamento nelle paritarie vengono computati nell’anzianità di servizio, molti docenti di ruolo risulteranno collocati in una fascia stipendiale superiore rispetto a quella attuale. In concreto, l’amministrazione dovrebbe procedere a un adeguamento retributivo: il docente andrebbe reinquadrato economicamente tenendo conto di tutti gli anni di servizio (statali più paritari) e gli dovrebbero essere riconosciuti gli scatti che avrebbe già maturato.
  • Dal riconoscimento retroattivo dell’anzianità discenderebbe il diritto agli arretrati per i docenti interessati. Gli arretrati corrispondono alle somme non percepite negli anni passati ma che sarebbero spettate se il servizio nelle paritarie fosse stato inizialmente conteggiato. Questo aspetto includerebbe: differenze di stipendio mensile per gli scatti non goduti, eventuali tredicesime e altre indennità legate all’anzianità, oltre agli interessi legali e alla rivalutazione monetaria, se del caso, dal momento in cui ciascuna somma era esigibile.

Effetti sulle graduatorie e sulla mobilità per i docenti di ruolo

Il riconoscimento dell’anzianità complessiva (statale + paritaria) produrrebbe riflessi anche sulle graduatorie interne e sulla mobilità dei docenti di ruolo. Nel sistema scolastico italiano, l’anzianità di servizio incide su vari aspetti della carriera del docente di ruolo, tra cui:

  • Graduatoria interna d’istituto: è l’elenco dei docenti di ruolo di una scuola ordinati per punteggio (in gran parte basato sull’anzianità). Esso viene usata, ad esempio, per individuare eventuali perdenti posto in caso di contrazione di organico. Con il computo degli anni di paritaria, ogni docente vedrebbe aumentare il proprio punteggio in graduatoria interna, risultando più “anziano” di quanto risulti ora. Questo dato offrirebbe maggiore tutela in caso di esuberi: docenti che prima erano in coda alla graduatoria interna potrebbero scalare posizioni grazie ai punti aggiuntivi, evitando di essere dichiarati soprannumerari.
  • Mobilità territoriale e professionale: Se gli anni di paritaria diventassero a tutti gli effetti valutabili, il punteggio di servizio nelle domande di mobilità aumenterebbe. Ciò consentirebbe ai docenti interessati di avere migliori possibilità di trasferimento verso sedi richieste, avendo un punteggio più alto che in precedenza. In sostanza, l’esperienza maturata nel sistema paritario conterebbe nell’ottenere mobilità al pari dell’esperienza statale, eliminando l’attuale penalizzazione.
  • Mobilità professionale e concorsi interni: alcuni avanzamenti di carriera (come l’accesso ai ruoli di presidenza/dirigenza scolastica, tutor, funzioni strumentali, ecc.) richiedono un minimo di anni di servizio di ruolo o complessivi. Con il riconoscimento UE, anni di servizio che finora non contavano ai fini di tali requisiti potrebbero ora essere fatti valere. Ciò potrebbe aprire opportunità a docenti che, sommando il servizio paritario, raggiungono anticipatamente la soglia di servizio richiesta per determinate selezioni o incarichi.

Globalmente, equiparare il servizio paritario comporterebbe un generale riallineamento dei punteggi e delle posizioni relative dei docenti di ruolo. In definitiva, i docenti di ruolo con servizio paritario recupererebbero il “gap” di punteggio finora subito, ottenendo parità di trattamento rispetto ai colleghi che hanno prestato servizio solo nello Stato.

Azioni concrete di tutela predisposte dallo Studio Legale Esposito Santonicola

In attesa della pronuncia della Corte di Giustizia, lo Studio Legale Esposito Santonicola ha predisposto strumenti specifici per tutelare i diritti dei docenti che hanno prestato servizio nelle scuole paritarie:

  • Diffida per interrompere i termini di prescrizione

È stato elaborato un modello di diffida, indirizzato al Ministero dell’Istruzione e del Merito, specificamente concepito per:

  • Interrompere i termini di prescrizione relativi alle differenze retributive derivanti dalla mancata ricostruzione della carriera;
  • Richiamare l’attenzione dell’Amministrazione sulle recenti evoluzioni giurisprudenziali “in chiave europea”;
  • Creare i presupposti per un’eventuale azione legale successiva alla pronuncia della CGUE.

La diffida, scaricabile qui https://scuolalex.it/ricostruzione-di-carriera-e-anni-di-servizio-nella-scuola-paritaria/, può essere personalizzata da ciascun docente interessato e inoltrata a mezzo PEC all’indirizzo indicato nel documento, conservando copia della missiva e delle ricevute di consegna come prova dell’interruzione della prescrizione.

Consulenza personalizzata

Lo Studio legale Esposito Santonicola offre inoltre consulenza individualizzata per valutare la situazione specifica di ciascun docente, con particolare attenzione a:

  • Analisi della documentazione comprovante il servizio prestato nelle scuole paritarie;
  • Calcolo delle potenziali differenze retributive spettanti;
  • Strategie di tutela legale più appropriate in base al caso concreto.

Per ulteriori informazioni, consulenze o avvio di eventuali ricorsi, è possibile contattare lo Studio Legale Esposito Santonicola con messaggio WhatsApp: 366 18 28 489 (messaggi di testo o audio).

Saremo lieti di rispondere con tutti i chiarimenti necessari.

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